se io fossi una danza, vorrei essere i passi di un signore canuto che trascina la moglie in pista sulle note di una canzone di rita pavone. sarei la sua caviglia snodata e sarei il parrucchino che non lo tradisce. sarei quella mano salda con cui regge la borsa di lei quando la fa girare veloce. e sarei anche il mal di reni con il quale la mattina dopo si alzerà, sorridente, indomabile.
venerdì, giugno 27
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