mercoledì, maggio 30

T

quando studio abbestia produco teorie continue e non attinenti.

1. teoria del giacimento frammentato.
reperire una preziosa pepita d'oro in qualcuno genera ostinazione verso quella persona-miniera, anche quando non si hanno segni evidenti che abbia altri tesori nascosti. è sensibilmente più probabile che le perle siano disseminate dentro varie altre persone, disperse nel giacimento frammentato dell'umanità.

2. teoria della sequenza scomposta.
per comprendere alcuni fenomeni non esiste solo l'analisi lineare nel tempo. ad esempio una fine può essere sperimentata prima della fase di noia intermedia, per neutralizzarne la paura. staccare gli episodi dalla logica causa-effetto e dar loro un ruolo indipendente dall'ordine di apparizione può svelare la banalità di una sequenza scomposta e irregolare.

lunedì, maggio 28

"c'è sempre una speranza per due tette come le tue"

gongolo
;]
YEAH

venerdì, maggio 25

Galatrona

stamani ho solo pensieri seri ed i pensieri seri poi ho voglia di cancellarli, non li scrivo? sto vibrando da una settimana e questo tentennare non voglio sia fuori dai ricordi. allora prendo nota di un pianto scoppiato caldo in un giardino di campagna, esperienza di gatti, camion della frutta, capperi, superfici di pietra, dipingere, annaffiare. ho scoperto così che mamma, quando ero piccolissima, è stata per mesi con me, senza lavorare, in quella campagna. vorrei farci l'amore in quell'erba, con bella urgenza, per farle sapere chi sono oggi e quanto mi merito ancora. e poi in questi giorni i miei vecchi, la croma che mi accompagna con nonno alla stazione, docile, e subito dopo va a rottamarsi. l'adorazione fedele di nonna che si stupisce sempre per i colori dei miei capelli, come se fossero meriti o buone notizie. babbo cambia lavoro dopo 30 anni e ne è così felice da giocare un risiko imprudente. la febbre alta di zia che la rende socievole con gli estranei, se fosse giovane bisognerebbe sorvegliarla o mandarla dalle suore. nonna invece finalmente mi chiama tesoro e stavolta mi sento un tesoro davvero, con la mia incapacità per la superficialità ed i massaggi. anche qualche anno fa glieli facevo, mani sulla pelle, e li avevo scordati. trovo conferma che i ricordi sono talmente parziali da non essere proprio reali. reali sono le sensazioni che tirano su, le quali affondano radici o tagliano. ogni storia che c'è capitata andrebbe raccontata non più di una volta, ad una persona, e poi lasciata tornare via. tanti pensieri sono proiezioni e le proiezioni non sono gesti d'amore. sono veli che si possono lasciare oppure sollevare. chissà se c'è qualcosa in fondo, oltre i chili di veli che mi dici di levare, animo scettico.

lunedì, maggio 21

il bagno dello Slurp ricorda una novella che ho letto. il protagonista era assalito dalla paura di scordare i nomi degli oggetti e appiccicava dei cartelli per precauzione. per esempio sulla lavatrice poteva metterne uno con scritto LAVATRICE, sul letto LETTO, aggiungendo brevi istruzioni: DISTENDERSI E CHIUDERE GLI OCCHI QUANDO SI VUOLE DORMIRE. preso dal'ansia di appuntare tutto entrava nel delirio, avrebbe potuto dimenticare anche cosa significava DORMIRE e così via. (forse era Rodari).
in questo gioco di rimbalzi tra le lettere e le idee, mi trovo a fare la pipì e accanto al cesso c'è un interruttore con scritto LUCE a pennarello, stampatello, nero. estremamente divertente. eppure manca anche qualcosa, cioè le istruzioni per il buio. oggettivamente entrando in quel bagno, se non ci fosse già il neon acceso, col cavolo che sarebbe possibile vedere la scritta. l'interruttore in quella posizione lontana dalla porta può essere usato per spegnere più che per accendere, e quindi per portare BUIO, non LUCE. povero il mio omino della novella se capita allo Slurp in amnesia completa. non filosofeggiamo sul perchè uno al gabinetto vorrebbe poter essere al buio, tanto l'ho provato e quell'interruttore non funziona più.

domenica, maggio 20

















settimana di posizionamento.
ripulire l'aura dalle immagini false di me.
ruota di un chakra al giorno.

colori mantra

martedì, maggio 15

e capì che era decisamente il momento di cambiare giocattoli.

lunedì, maggio 14

se fossi un ragnetto rosso la gravità non mi tirerebbe giù dalle pareti e camminare in piano o in verticale sarebbe lo stesso. non farei quindi tutta questa fatica nell'arrampicarmi per scalare i fossati e le pietre del tuo castello. arriverei da te senza battiti impazziti al cuore. e senza gravità non penserei nemmeno un secondo di lasciarmi cadere da lassù dopo averti trovato con un'altra dama nel cuore e nel baldacchino del tuo letto. se fossi un ragnetto rosso non proverei vertigine e l'abisso non mi ipnotizzerebbe, sarei funzionale agli istinti e sti cazzi alla gravità della situazione. ma io che ragnetto non sono mi tengo gli affanni e le immagini improvvise del tuo profilo negli occhi. mi tengo il mondo in cui verticale o orizzontale fa differenza, non è possibile srotolare gli ostacoli e raggiungere tutto. mi tengo le crisi d'ansia. qui si suda ma si ride anche di gusto. i ragnetti io non li ho visti ridere mai.

sabato, maggio 12

spuntano palloncini sulle mie bici appena mi sveglio. qualcuno ama.







proposito dell'aquilone: non affidarsi ad altro che al vento. non opporre resistenza alle scosse e nemmeno al rum e pera. tirare ma non strappare per forza il filo. fregarsene della mano a cui stai appeso. volare, colorare. sibilare.
e se volessi dei figli a cui darmi per la complicità che mia madre non ha avuto con me?
o dio mio che sono un vuoto frutto psicologico.. la mia fame di complicità.. lo scopo della vita..

respiriamoci su.. voler bene a tutto quello che mi appartiene. voler bene a tutto quello che mi appartiene. seghe mentali del venerdì incluse.

zia non s'è sposata e vive sola ma ripete da anni questa storia di mettere amore nei gesti. zia carismatica oggi vecchia 80 anni. ieri madre di un bimbo morto. ieri emigrata in svizzera. ieri tornata in italia e menomale. zia zitella, zita di nessuno. mi accorgo solo adesso quanto sia della mia stoffa. più delle donne-matrimonio?

alt. sono solo esempi ugualmente validi che ho. mia madre non ha avuto complicità con me. ok. forse era vero, sono nata troppo presto. non troppo presto per essere amata, quello no. troppo presto per essere vissuta come alleata. presto per venire a svegliare me di notte se scopriva che era iniziato a nevicare. chissà chi corre a svegliare. babbo? nessuno?
mamma non complice, ok. stop. punto e a capo. continuo ad avere un feeling incredibile con i bambini. continuo a voler essere una persona che si migliora per darsi perchè questo mi piace. dormire!

lunedì, maggio 7

e uno.

mentre studio sulle scale della chiesa, sulla linea tra il sole e l'ombra, lui arriva. per sedersi sceglie l'ombra. è il signore con i capelli bianchi che gira in piazza con lo zaino. ha la pelle arrossata e un atteggiamento contemplativo. assorbe gli sfoghi degli altri personaggi come un confessionale muto. io me ne sto con le mie pagine da sottolineare accanto a lui e mi sento sorretta. come se un vecchio saggio fosse apparso per me e mi abbracciasse le incertezze dei progetti in fieri.
- punti di riferimento trovasi -
Mentre cucino trovo uno spaghetto eccezionale con la punta ricurva e ci vedo il bastone su cui un vecchio si appoggia. Così sottile. Ho la conferma, è giunta in me la lucidità di riflettere sui punti di riferimento per il mio percorso attuale.


APPOGGIARE = Accostare una cosa all'altra per lo ritto, alquanto a pendìo, acciocchè l'una sia sostenuta dall'altra. Dicesi metaforicamente per fondarsi, far assegnamento.

Nulla di estraneo alle tendenze di abbandono. Stare senza equilibrio, sbilanciata in avanti, forse è necessario per incontrare un sostegno.

sabato, maggio 5

incredibile che nessuno abbia avuto il buonsenso di pensarci. alla feltrinelli manca una sezione libri banali. non libri brutti ma assolutamente non impegnativi, possibilmente di sesso e relazioni. non capisco perchè devo avventurarmi da sola negli scaffali ordinati per autore. puntualmente non trovo banali evidenti e me ne esco a mani vuote con una crescente frustazione. anche questa settimana vedrò dei film prima di addormentarmi. non è del tutto indipendente dalla situazione che descrivo il fatto che io stia trasformando la mia aspirazione a diventare scrittrice di romanzi in quella di scrivere per immagini. comincio a sperarmi regista peraltro non possedendo nessuna delle adeguate competenze. ne verrà ulteriore frustazione. e basterebbe una sezione banali a evitare tale dispersione di azione.

mercoledì, maggio 2




Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastune e tira fora li renti

Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastune e tira fora li renti
Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastune e tira fora li renti
Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastune e tira fora li renti

ABBANDONO

malattia necessaria. mi lascio conquistare dall'abbandono.
abbandono di freni di controllo per conservare solo inutilità.
abbandono del bikini per avere il vento ovunque.
abbandono alla vertigine del mare nero di notte.
abbandono alla pipì dove ti scappa il desiderio di marcare i transiti.
abbandono agli odori e alle corse sgraziate tra le piante.
abbandono alla febbre da insolazione.
abbandono alle lacrime quando vuoi proteggere un babbo che guida solo.
abban-dono di vita instabile.
e chi ti abbandona se per prima ti perdi?