sabato, gennaio 31















Che la fa sentire intelligente
Bella, porca ed elegante

venerdì, gennaio 30


E dietro ai microfoni porteranno uno specchio
per farti più bella e pensarmi già vecchio
tu regalagli un trucco che con me non portavi
e loro si stupiranno
che tu non mi bastavi

mercoledì, gennaio 28

Ho paura di spogliarmi per entrare dentro la doccia, paura di trovare qualche macchia e di convincermi che sia maligna. La mia pelle mi sembra in pericolo. Diamine non posso stare in ansia finchè non esamino ogni centimetro, come quando si fa il giro delle stanze per scongiurare l'idea che ci sia un ladro in casa. E invece se mi lascio andare, ho paura di trovare un segno del mio essere malata, sbagliata, mortale.
Mi alzo e va tutto bene, cazzo, non devo spaventarmi, va tutto bene. Mi sfilo il piumino di dosso, vado ad alzare il riscaldamento e mi preparo una zuppa. Tutto bene, mantra tutto bene.
Non dura.

domenica, gennaio 18

come puoi migliorare il rapporto con il tuo corpo, cosa vuoi imparare dei tuoi istinti se la fuga dalla realtà che scegli è quella di stare per ore a giocare a sudoko on line, in una posizione che ti spacca le ginocchia, bella mia?

sabato, gennaio 17

facchio

and charlotte goes with charley,
and charley goes with pearley..
i'm not mad of you don't be mad of me..

accovacciata sul divano in posizione da ranocchia lei guarda un episodio di Lworld, con la circolazione delle gambe che va a farsi fottere. nel finale una canzone retrò, una stoffa sotto la quale nascondere la luce. si alza euforica con il mantello sulla testa, apre la bottiglia di succo di frutta, si fa un rum e pera con il whisky. allo specchio ne butta giù un altro.
lei vive sola.

mercoledì, gennaio 14

sono appena tornata a casa serena e vorrei infilarmi nel letto, trovarti e fare l'amore con te senza bisogno di dirsi nulla, senza bisogno di imprecare se vieni presto, senza bisogno di pretendere null'altro che un corpo per salutare un corpo.
le parole con cui lavoro e con cui creo delle convinzioni mi spaventano. mi fido di più delle sensazioni esplosive che mi lacrimano in faccia. mi fido dei cambiamenti ma li odio anche. stasera specialmente. ma stasera giuro che passa, giuro che domani stasera non esiste più.

lunedì, gennaio 12

ricetta della felicità
la felicità va cercata esattamente dove si nasconde. in una fetta di mortadella per esempio vi dico dove sta: nel rosa che circonda i tondini bianchi. è inutile cercarla nel verde del pistacchio o nel grasso, quello è messo lì solo per ingannare. va morso il rosa invece tutto a cerchio, così si trova la felicità.

Hey man, I am bored

ricetta della buonanotte
sbuccia un'arancia, senza fare pezzetti ma creando il serpente con cui puoi ricomporre la sfera. finisci gli spicchi e poi stringi la buccia fino a sentirne l'odore, fino a bagnarla con le unghie.
mordi un fico secco e abbassa il livello di noia con pensieri liberi.
con passi lenti, come se pesassi oltre cento chili, conquista il letto.
hai la mia buonanotte.
Quando il profilo di risposta di un test divertente mi dice: "Sei estremamente femminile, tutta languori e abbandoni, una Marylyn in sedicesimo! Focosa ma fragile, maliziosamente ingenua, seduttrice senza volere e cuore di burro…" mi chiedo se effettivamente il periodo di calvario non mi faccia bene.
Mi sembra di volere la luna, poi quando è piena non mi piace più e mi tiro da sola la sabbia negli occhi. Mi piace dirigere ma spesso mi infilo una mano nelle mutande e non ci trovo abbastanza palle. Ma è vero che sono più femminile negli ultimi tempi, qualcosa della mia natura forse emerge e forse il test ha ragione, tranne che per un unico imperdonabile errore. Ma non sbaglia sulla malizia nè sul fragile, non sbaglia sulla mia incapacità di volere realmente nè sul cuore: sbaglia solo perchè Marilyn si scrive con una sola Y.

lunedì, gennaio 5

al mio risveglio noto che sto provando a infilarmi il pugno in bocca. ho le dita che si allungano verso dentro ma il dorso della mano non passa, la pelle delle mie labbra è tirata al massimo. arrivo all'ugola e mi ci attacco. scarico da dentro pezzi d'oro e quei canditi romantici che non digerisco mai.

giovedì, gennaio 1

inizio a lavare camicie e lenzuola. immergo i tessuti bianchi in una tinozza enorme. è estate. ho in mano un pezzo di sapone pulito, che anche se strofino non si sporca. con una mano tengo i panni, con il ginocchio mi aiuto e inclino un po' di lato la tinozza. l'acqua si svuota sull'erba e mi trovo le bolle tra i piedi. mi avvicino al filo con un fastello da vagabondo. stendo.
a me del bucato piace l'odore. è uno di quelli che ti fa passare il pensiero a vuoto. il bucato, le mandorle e il profumo della gomma pane. quello del lievito di birra, l'aria delle terme, il porto rosso. la felicità è un odore più che una parola. quando la senti ti piace, ti gonfia. non si fa trattenere, rimane un tempo che non puoi prevedere. come un capodanno geriatrico e meravigliante. torna e impari a riconoscerla, come il puzzo di cacca pestata. le parole invece non esistono di per sè, significano l'uso che ne fai. sono oggetti indispensabili ma fanno confusione se non sono attaccate ad un'anima di buon umore. la felicità è un "grazie mille" che ti scappa fuori quando non c'entra niente.
e quelle lenzuola si tendono come vele, le camicie crocifisse scalciano nell'aria. sono mutevoli ma salde. ce ne sono tre infrenate e pulite. mi siedo ad osservarle e mi convinco che sono esattamente quello che mi calza a pennello.