lunedì, dicembre 18


















C’è una pillola di me che è insieme minuscola e immensa. Accade come se cercassi una bambina scalza che giocherella in un giardino infinito. Non posso pretendere di vederla tutti i giorni. Una volta ogni tanto, quando tremo prima di capire in che punto della pancia mi si rannicchia un dolore, oppure quando faccio e non penso, io quella bambina la incontro. Lei mi guarda e sorride sempre, si ferma, poco. Quello che io sono allora è lo sforzo per ritrovarla nello spazio di tempo tra il suo ultimo sorriso e il prossimo. Io non la tradisco. Scolpisco per lei cespugli e pietre perché continui a giocare.

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